L’arte di non spezzarsi nello sport

L’arte di non spezzarsi nello sport

..null’altra pianta che facesse fronda o indurasse, vi puote aver vita, però ch’a le percosse non seconda.

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio – Canto I)

Di fronte a una disgrazia non è sufficiente rimanere calmi. Quando soppraggiunge la sventura, il samurai deve rallegrarsene e andare avanti con coraggio. Un’attitudine simile differisce radicalmente dalla rassegnazione. Questo è ciò che afferma il detto: “quando le acque salgono, la barca fa altrettanto”.

(Yamamoto Tsunetomo, Hagakure: Il libro segreto dei Samurai, 1716)

Il suo etimo latino resalio, ovvero l’iterativo di salio, significa saltare e si associa ad un’immagine precisa: saltare su una barca alla ricerca della salvezza. Una barca che magari s’è capovolta, fatto che comporta un’ulteriore prova di agilità. Su questa linea prende forma l’idea di “resilienza” come la proprietà di un materiale di avere un comportamento non fragile alle sollecitazioni meccaniche impostegli. Da tale definizione deriva quella intesa come la capacità di fronteggiare gli eventi critici e di resistere alle frustrazioni, allo stress ed alle difficoltà della vita. Una definizione come quella della resilienza spesso viene associata ad altre simili quali ad esempio: Durezza mentale e Hardiness, quest’ultima coniata da Suzanne C. Kobasa all’interno dell’ambito del lavoro e delle organizzazioni.

Pietro Trabucchi da una sua personale definizione di Personalità Resiliente caratterizzata dalla qualità di essere in grado di controllare la situazione sull’ambiente, di focalizzarsi su obiettivi realistici tenendo conto della propria consapevolezza psicofisica e di rimettersi in discussione e reagire sugli eventi spiacevoli con un attitudine propositiva nonostante le avversità.

Il mondo dello sport estremizza lo stress e questo rappresenta un “laboratorio naturale” per studiare come le persone operano in circostanze estremamente difficili. Lo sport ad alto livello è caratterizzato dalla capacità degli atleti di utilizzare e ottimizzare più qualità psicologiche per resistere alle pressioni che sperimentano.

Tra queste qualità psicologiche cardini vengono individuate:

  • l’ottimismo disposizionale, che induce a considerare le avversità come ostacoli che si possono affrontare con una certa probabilità di riuscita. In altri termini l’autostima.
  •  il coping, ovvero l’abilità di un individuo o di un gruppo di far fronte a richieste provenienti dall’ambiente attivando delle risposte adattative;
  • l’autoefficacia, ossia la convinzione di un individuo di essere in grado di modificare la propria esperienza attraverso il controllo dell’ambiente circostante
  • la resistenza allo stress, ossia la capacità di un individuo di far fronte a richieste adattative maggiori rispetto ai livelli abituali.
  • il locus of control, ovvero il processo di attribuzione secondo cui la spiegazione degli eventi (positivi o negativi) viene ricondotta a variabili relative al sè ed al proprio operato o invece viene attribuita a persone o circostanze esterne: nel secondo caso questo atteggiamento viene visto come una caratteristica negativa (la tendenza a crearsi alibi in caso di fallimento).

Alcuni correlano ad un riscatto sportivo e a livelli elevati di autocontrollo psicofisico, e che la fiducia sportiva come tratto del carattere dell’atleta si correla positivamente all’adozione e all’utilizzo di strategie adattive, mentre, al contrario, la tendenza a cadere in atteggiamenti disadattivi prelude al crollo delle prestazioni.
Gli studi citati mostrano una correlazione statistica positiva di resilienza (e Hardiness) con il rendimento sportivo e il benessere psicologico, generando emozioni positive durante le situazioni stressanti, e una relazione negativa con il disagio psicologico che può prevedere le variazioni legate al rendimento sportivo e al benessere psicologico e all’angoscia negli atleti.

Infine, esistono evidenze a sostegno del fatto che le abilità adattive di coping sono correlate a risposte resilienti nel caso degli infortuni, seppure a valle di un complesso percorso di interazione. Uno studio su atleti che hanno subito un infortunio al midollo spinale, fa emergere come le esperienze sportive siano in grado di fornire un supporto sociale significativo alle persone con disabilità, offrendo importanti opportunità sociali che assistono il processo di resilienza delle persone che subiscono lesioni traumatiche. Questi studi estendono quanto già noto, ossia che lo sport fornisce importanti opportunità sociali che aiutano il processo di resilienza delle persone che si trovano ad affrontare lesioni traumatiche, dimostrando che lo sport è un luogo in cui apprendere a deviare qualsiasi emozione ed energia negativa.

Bibliografia

Pietro Trabucchi, “Resisto dunque sono”, Corbaccio, 2007

Antonio Lo Iacono e Rossella Sonnino, “Respirando le emozioni: Psicofisiologia del benessere”, Armando Editore, 2008

M. Sarkar, and D. Fletcher, “Psychological resilience in sport performers: a review of stressors and protective factors”. Journal of Sports Sciences, 32 (15), 2014.

Mohammad Ali Salehi Nezhad, Mohammad Ali Besharat, “Relations of resilience and hardiness with sport achievement and mental health in a sample of athletes”, Procedia Social and Behavioral Sciences 5, 2010

W. Kerry Mummery, Grant Schofield e Clark Perry, “Bouncing Back: The Role Of Coping Style, Social Support And Self-Concept In Resilience Of Sport Performance”, Athetlic Insight the Online Journal of Sport Psychology, 2004

Moe Machida, Brandon Irwin e Deborah Feltz, “Resilience in Competitive Athletes With Spinal Cord Injury: The Role of Sport Participation”, 2013

Nick Galli e Robin S.Vealey, “ “Bouncing Back” From Adversity: Athletes’ Experiences of Resilience”, The Sport Psychologist, 22, 2008.

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