Psicologo: perché non ci si va?

Parlando dello psicologo (NON pissicologo!) si fa riferimento ad una figura professionale che, in Italia, ha fatto non poca fatica ad affermarsi.

E’ solo con la Legge 56 del 1989 che tale figura professionale inizia ad avere un riconoscimento legislativo. Ciò comportò all’espansione dei corsi di laurea in psicologia diventando una facoltà distinta, e con il Ddl Lorenzin del 2017 viene “ricompresa tra le professioni sanitarie”.

Nonostante sia una professione sedimentata nel nostro tessuto sociale e a tutti gli effetti regolamentata, perché le persone non vanno dallo psicologo?

La risposta ruota principalmente su due fattori: il primo è strettamente culturale, per la convinzione di considerare questa figura non necessaria o sovrannaturale. Inoltre è ancora diffusa dicitura di essere “quello che sta in mezzo ai matti”, con conseguente atteggiamento di riluttanza e di timore dello stigma sociale.

E’ da sottolineare che solo una parte degli interventi psicologici riguardano disturbi psichici gravi, altri riguardano problematiche circoscritte, come eventi stressanti o situazioni di crisi.

E poi, chi va dallo psicologo, lo fa anche per crescere a livello personale e stare meglio di quanto non lo sia, nonostante sia destabilizzante. Eppure è solamente da lì che inizia il cambiamento: il termine “Crisi” deriva dal greco “krísis” che significa “scelta, decisione” per chi non lo sapesse.

Lo psicologo accompagna le persone all’interno di questo processo sinergico attraverso l’utilizzo di strumenti tipici della sua professione.

Un altro motivo che porta le persone a non andare dallo psicologo riguarda il fattore economico, che disincentiva l’intraprendere un percorso psicologico visto come oneroso.

Gli psicologi, in realtà, si rifanno ad un tariffario, che prevede delle tariffe massime: fino al 2013 esistevano anche delle tariffe minime, poi abolite. Questi si differenziano per tipologia di servizio, che può essere un percorso di psicoterapia, di sostegno psicologico, e alcuni professionisti propongo il primo colloquio gratuito.

Inoltre esistono diverse alternative allo studio privato, come recarsi in ASST, in ospedale o in consultorio, con servizi di qualità con prezzi accessibili a tutti.

In questo sito ho dedicato una sezione in cui do risposta a queste e ad altre domande e frasi ricorrenti inerenti alla figura dello psicologo. O almeno ci provo.

In conclusione, è importante rivolgersi ad un professionista qualificato, con una specifica competenza per operare, nel caso ce ne fosse la necessità.

Con la salute, non solo fisica ma anche psicologica, non si scherza.

Lascia un commento