Attenzione e concentrazione nella prestazione sportiva

In un video motivazionale con protagonista un giovane Arnold Schwarzenegger, emerge come per essere un campione non doveva esserci nessuna forza che possa condizionarti negativamente. 

Infatti nel video emerge un episodio inerente al periodo in cui morì il padre, a due mesi da un concorso di bodybuilding. Alla domanda della madre di voler partecipare ai funerali, Arnold rispose di no, senza spiegarle che non voleva anteporre la gara al funerale. 

Nonostante le eventuali riserve nel vedere il bodybuilding come uno sport, emerge come concentrazione e attenzione siano importanti all’interno della prestazione sportiva.

L’attenzione selettiva coinvolge il processo mentale con il quale alcuni input ambientali vengono selezionati per poi essere elaborati a discapito di altri che vengono ignorati. L’essere umano è costantemente bombardato da stimoli, e proprio perché ha una capacità limitata che diventa fondamentale discriminare i pensieri rilevanti da quelli irrilevanti. La preoccupazione e l’eccessiva analisi delle caratteristiche individuali e ambientali ad esempio potrebbero avere un effetto deleterio sulla performance.

Citando il video:

Se per esempio, in questo momento, io avessi un rapporto sentimentale con una ragazza tutto potrebbe avere un effetto negativo sulla mia mente, e quindi distruggere tutto il mio equilibrio. Perciò si deve dare un taglio alle emozioni personali e diventare un tipo freddo ed egoista prima di qualsiasi competizione. E bisogna essere distaccati anche dal resto delle cose. Se per esempio adesso qualcuno mi rubasse la macchina proprio sotto casa mia non mi toccherebbe. Non posso permettermi di preoccuparmi di certe piccolezze, potrei al massimo chiamare l’assicurazione e fare la denuncia. Capisci? Perché sono talmente concentrato nel fare gli allenamenti che non posso pensare a certe cose e creare confusione nella mia mente.”

Gli individui si differenziano non solo per la quantità di informazioni che sono in grado di selezionare e mantenere, ma anche per la tendenza ad orientare il focus verso dati sensoriali o rappresentazioni mentali interne (pensieri, ricordi, stati emotivi, stati fisici).

Lo stile attentivo individuale si articola sulla quantità di informazione che l’individuo riesce a selezionare e mantenere in un’unità di tempo (Ampiezza), e l’orientamento, interno o esterno, del focus attentivo (Direzione).

Secondo il modello stilato da Nideffer, partendo dalle dimensioni sopra riportate, individuiamo quattro stili attentivi:

– Esterno Ampio, caratterizzato dallo spostamento dell’attenzione su una situazione generale in un ambiente mutevole (es: basket, calcio)

– Esterno Stretto, che sposta l’attenzione sui pensieri e le emozioni generali durante un’esecuzione. (es: golf, tiro con l’arco)

– Interno Largo, dove l’attenzione è verso l’esecuzione verso l’esterna di una determinata abilità (es: virata nel nuoto)

– Interno Stretto, che sposta l’attenzione sulla prova mentale dell’abilità sportiva (Es: immaginare mentalmente l’azione nel salto in alto)

Lo stile attentivo adottato dall’atleta è strettamente correlato alla compatibilità con le richieste specifiche della sua disciplina sportiva che influenzeranno sulla effettiva efficacia della performance. 

A livello di ricerche valutarono lo stile attentivo dell’atleta, ad esempio con il Test of Attentional and Interpersonal Style (TAIS).

Inoltre, nella ricerca psicofisiologica, indagarono le relazioni fra attenzione e prestazione tramite lo studio di parametri corporei (EEG, potenziali evocati, ECG, ecc.). Anche le differenze individuali hanno un ruolo determinante (es: facilità nell’entrare in ansia), così come per il livello d’attivazione dell’atleta (attenzione ed attivazione fisiologica sono dimensioni tra loro correlate ed interdipendenti ndr.). Stati di attivazione troppo bassi si accompagnano ad una condizione psicologica in cui possono prevalere scarsa motivazione, apatia, noia e percezione di stanchezza. Per contro, stati di attivazione troppo elevati portano ad un restringimento del focus attentivo e ad una riduzione della flessibilità attentiva o un aumento della distraibilità o semplicemente dell’ansia.

In conclusione, mantenere un buon livello di flessibilità attentiva, l’adozione di uno stile attentivo più adeguato per quella situazione ed un livello di attivazione ottimale sono requisiti indispensabili per una buona prestazione.

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